Ora che abbiamo cercato di spiegare cosa è la geopolitica, iniziamo ad affrontare quello che per me è il concetto più importante, direi fondamentale, della geopolitica stessa: cioè il concetto di confine.
Prima di tutto, cosa è il confine?
Mi piace sempre ricercare le definizioni sui vocabolari, e su Oxford si legge che il confine è la “linea costituita naturalmente o artificialmente a delimitare l’estensione di un territorio o di una proprietà, o la sovranità di uno stato”.
Fin qui tutto chiaro e sembra quasi semplice, non trovate?
E invece tutt’altro, ma per chiarirmi è meglio fare alcuni esempi.
Immaginiamo che ci iscriviamo in una palestra: entriamo negli spogliatoi e scegliamo un armadietto. La volta successiva involontariamente cercheremo quello stesso armadietto, e se è libero lo useremo. Dopo un po’, la consuetudine ci porterà a pensare che quello sia il “nostro” armadietto, e che gli altri ce lo devono lasciare libero: e quando questo non accade, perché è del tutto lecito che ciò possa non accadere, ci sentiamo infastiditi. Questo ha a che fare con il concetto di confine fra gli spazi in comune, e fra ciò che è il mio spazio e quello degli altri. Immaginiamo ancora che compriamo una casa con un posto auto. Va da sé che quel posto auto, soprattutto se delimitato esattamente dalle strisce, è il nostro spazio di proprietà. Ma chissà quante volte ci sarà capitato che quello spazio venga prevaricato da qualcun altro. E allora, apriti cielo! Credo che le peggiori litigate nei condomini siano avvenute proprio per questioni all’apparenza sciocche, e che invece hanno proprio a che fare con il concetto di confine fra ciò che mi spetta di diritto e ciò che invece è tuo, oppure appartiene a uno spazio comune.
Ecco, in questi semplici e comuni esempi c’è nascosto tutto il significato del concetto di confine. E quindi tutto ciò che avviene in caso di conflitto di potere.
Lasciamo da parte l’Italia e i suoi confini: pensiamo invece a popoli diversi da noi e che hanno una mentalità che li porta a pensare al proprio passato per descrivere le proprie pretese territoriali. Scommetto che vi stanno venendo subito in mente diverse questioni, conflitti o vere e proprie guerre tutt’ora in corso, che si basano proprio sulla vicinanza fra terre contese da tempo, sia che si tratti di piccoli spazi, sia che si tratti invece di confini molto più ampi.
Non è un caso che la rivista italiana di geopolitica si chiami proprio “Limes”, una parola di cui non si sa bene l’origine, ma che significa “limite” e indica anche il termine confine: una cosa così concreta eppure così difficile da definire.
A questo punto apriamo le danze: quali sono secondo voi i confini meno facilmente definiti in questo momento nel mondo?
Commento utopico. Sarebbe bello vivere con persone a cui non servono i confini