11 – Gli Stati

Iniziamo ora ad addentrarci più da vicino nel cuore della geopolitica e cioè gli Stati.

Innanzi tutto va detto che nonostante molte organizzazioni multilaterali, territori contesi o che chiedono indipendenza, grandi industrie e perfino città-Stato, la nostra epoca è dominata solo da nazioni e imperi, niente di più.

Le nazioni sono state create in tutto il mondo come costruzione organica e giuridica nell’età contemporanea. Se cerchiamo il significato di Nazione sull’enciclopedia Treccani troviamo che è “il complesso delle persone che hanno comunanza di origine, di lingua, di storia e che di tale unità hanno coscienza, anche indipendentemente dalla sua realizzazione in unità politica”. Se cerchiamo il temine Stato leggiamo: “comunità politica costituita da un popolo stanziato in un determinato territorio e organizzato unitariamente come persona giuridica collettiva, e titolare di un potere sovrano (governo), cui è riservato il monopolio dell’uso legittimo della forza (potere coattivo), allo scopo di garantire l’ordine pubblico interno e di assicurare la difesa contro eventuali nemici esterni”.

Vediamo ora una cartina dell’Europa fisica mediterranea.

Jurij Gagarin mentre per primo volò nello spazio il 12 aprile 1961 per 88 minuti disse: “da quassù la terra è bellissima, senza frontiere né confini”.

Eppure i confini ci sono, eccome!

È bene sapere che nella violenza soprattutto iniziale si sono da sempre affermate le nazioni in tutto il mondo: poi si è creata la pacifica convivenza interna, con i dovuti distinguo.

Parlando d’Europa ci sono ancora oggi situazioni di popolazioni che appartengono a uno Stato e che invece chiedono forme d’indipendenza, come la Corsica per la Francia, la Catalogna per la Spagna, l’Irlanda del Nord per l’Inghilterra. Ne è un esempio la canzone degli U2 Sunday bloody Sunday uscita nel 1983, che ricorda la domenica del 30 gennaio 1972 quando a Derry, in Irlanda del Nord, i soldati britannici spararono a 26 civili disarmati che stavano protestando pacificamente contro l’operazione Demetrius, che prevedeva l’arresto senza processo di cittadini irlandesi considerati pericolosi.

Altro aspetto importante su cui voglio farvi riflettere è che ogni Stato a seconda della proprio geografia e dei propri confini protegge la propria cultura e la propria identità, e a seconda della propria indole e politica si proietta verso l’esterno.

Sappiano che dopo la seconda guerra mondiale gli stati europei hanno progressivamente perso la centralità nel mondo. Tuttavia non è un caso che per molti storici la “Guerra Grande”, come viene definita questa nuova fase di guerre a cui assistiamo, non è niente altro che il proseguimento degli stessi antichi conflitti che hanno portato e che si sono succeduti alla Grande Guerra del 1914-18.

L’Europa continua ad essere un Giano bifronte: da una parte c’è l’incessante costruzione d’integrazione politica (futuro mai attuato), dall’altra l’esistenza di reciproche diffidenze e visioni a volte opposte su fatti storici o su prospettive future (retaggio del passato). E come Giano, l’Europa non riesce a vedere e analizzare il presente, soprattutto in tempi di guerra.

A questo punto quali sono secondo voi gli Stati europei che più credono nel progetto europeo?

Un commento su “11 – Gli Stati

  1. Purtroppo siamo ormai entrati, in modalità retrograda, in un’epoca in cui gli interessi della singola entità (sia essa la persona, il pianerottolo, il condominio, la via, il quartiere, il paese, la provincia, la regione, l’area geografica, il paese … e qui mi fermo) contano più dell’entità di livello superiore. L’umanità è capace di creare cose fantastiche (opere d’arte e di cultura) ma purtroppo ho l’impressione che la sua intelligenza si stia rivolgendo contro l’entità fisica che la contiene. Per questo, non riesco a poter identificare gli stati europei che più credono nel progetto di una entità unica europea. La guerra si sta avvicinando e temo che a breve ci coinvolgerà direttamente

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