A quanti di noi che crediamo che i social media sono un prodotto libero fatto da noi che interagiamo, posso solo dire questo: ci sbagliamo di grosso!
Possiamo prima di tutto notare che l’utilizzo sempre più vasto dei social media non ci rende più socievoli e non aumenta le nostre capacità relazionali: anzi a volte deprimono le persone, che vivono nella costante ricerca di approvazione con un like ad esempio.
Ma quello che più mi preme evidenziare in questo articolo è come internet, inventato nella divisione di ricerca tecnologica del dipartimento della difesa degli USA nel 1967, non è semplicemente un prodotto tecnico, ma è la più grande realizzazione di un modo di pensare che caratterizza la filosofia occidentale.
Vi suggerisco a tale proposito il libro di Giuseppe De Ruvo “Da Hegel a Tik Tok” che ha il merito di aver scoperto e analizzato la peculiarità del social media Tik Tok, al centro delle dinamiche geopolitiche fra USA e Cina.
Internet si diffonde in tutto il mondo proprio nel periodo di massima potenza degli USA (1990-2020), e amplifica il suo concetto di fondo di libertà e intraprendenza non solo economica. Oggi le nostre vite sono sempre più strettamente connesse con la rete, tanto da parlare di vita onlife: infatti quanto c’è di reale e di online quando ad esempio usiamo un navigatore satellitare mentre guidiamo? Proprio per questo motivo tutti i nostri dati che lasciamo in rete ogni momento sono già oggetto di conflitti geopolitici che segneranno i prossimi decenni.
Chi ha e gestisce più dati, e soprattutto chi sa usarli meglio, ha il massimo potere che si può immaginare non solo economico, e la vicenda di Tik Tok, il social più usato dai giovanissimi, è l’esempio più lampante di questa corsa al potere globale.
Da una parte gli USA gestiscono il loro potere grazie al controllo dei mari e quindi anche dei numerosissimi cavi sottomarini, attraverso i quali è possibile il collegamento internet.
Gli USA hanno inoltre gli strumenti tecnologici più avanzati al mondo grazie al controllo dei chip e dell’intelligenza artificiale.
Dall’altra parte la Cina ha il primato mondiale delle terre rare, cioè degli elementi chimici senza i quali è impossibile costruire computer o smartphone. Inoltre la Cina ha una banca dati più ampia degli USA grazie a una maggiore sorveglianza su internet da parte del governo: perciò può utilizzare meglio le svariate informazioni che raccoglie in rete, come ad esempio dal social solo cinese Douyin.
L’economia della sorveglianza si basa proprio su un maggior controllo da parte dei governi delle aziende internet e della tecnologia avanzata, in termini economici e geostrategici. Il fatto che riceviamo subito una proposta commerciale appena ricerchiamo informazioni su un certo ambito, è la testimonianza più evidente dello stato avanzato di questo controllo a distanza. Noi utenti sappiamo che ciò avviene, ma ci comportiamo come se non ci interessasse e proprio questo rende tutto molto più facile: noi accettiamo di ricevere informazioni, purtroppo anche molto invasive se si pensa ai periodi di campagna elettorale, in cambio di informazioni gratuite e sempre a disposizione.
Da una parte abbiamo i più diffusi social media nel mondo occidentale, gli americani Facebook e Insagram: anche se hanno aggiunto i reels proprio per competere con i video di Tik tok, questi due social hanno un algoritmo per cui dopo un po’ si resta “intrappolati in una bolla”, perché riceviamo sempre gli stessi imput sulla base degli argomenti che abbiamo preferito in passato.
Tik tok invece, cinese ma non troppo, sfrutta meglio l’intelligenza artificiale e consente di accedere anche a video diversi dalle nostre solite preferenze: ma la vera novità è che è utilizzato dagli adolescenti, importantissimi per ricevere informazioni sulle tendenze future anche in ambito economico, e quindi per costruire potenza.
Analizzando ciò che vedete o postate nei vostri social, che immagini diamo di noi italiani?