A proposito dell’importanza di cartografare i territori da parte degli Stati, e quindi di mostrare agli altri il proprio modo di vedere gli spazi soprattutto in termini di influenza esterna, ci sono già da tempo altri ambiti che stanno sempre più interessando le strategie nazionali.
La geopolitica tratta dei conflitti di potere con l’obiettivo di evitare l’insorgere del caos e di cercare di instaurare una forma di ordine: ormai la sua sfera d’influenza si estende sempre più a tutti quegli spazi in cui si esercita o si può esercitare un potere.
Stiamo parlando del mare prima di tutto, ma anche dell’economia, di internet, dell’intelligenza artificiale e dello spazio astronomico.
In tutti questi ambiti gli USA hanno il primato mondiale, proprio perché hanno gestito nell’ultimo secolo la loro influenza globale grazie all’utilizzo della migliore flotta e delle migliori tecnologie, investendo da decenni su questi settori. Tuttavia anche altri stanno investendo in questi ambiti, e soprattutto la Cina sta impiegando sempre più grandi risorse nella tecnologia avanzata, puntando alla competizione globale con gli USA.
Possiamo dire che per diversi anni l’America semplicemente “non ha visto arrivare la Cina”, troppo convinta dell’eternità del suo primato tecnologico e che la minaccia cinese derivasse solo dalla capacità di copiare i prodotti americani.
Non a caso il governo USA negli ultimi anni sceglie con accortezza i progetti e le aziende tecnologiche su cui investire, influenzando perciò questo settore così strategico. Ad esempio ha nominato Eric Schmidt, ex capo di Google, come presidente della China Strategy Group che si occupa della strategia tecnologica con la Cina e del miglior utilizzo dell’intelligenza artificiale anche da un punto di vista etico. Siccome l’economia americana e cinese sono legate a doppio filo da decenni su tantissimi settori, il vero rischio in questa guerra tecnologica è commettere imprudenze nella competizione proprio perché questa non si riveli un boomerang per entrambi.
Considerare il potere marittimo, il potere economico (e quindi militare), il cyber spazio e lo spazio astronomico come nuovi ambiti spaziali a tutti gli effetti, è di fatto una rivoluzione. Quanto prima entreremo tutti nell’ottica che dobbiamo impiegare risorse e persone specializzate in questi campi, cosicché attraverso la ricerca riescano a ottenere risultati tangibili e utilizzabili nei nostri settori pubblici e privati, tanto prima riusciremo a recuperare il gap tecnologico che anche noi europei e italiani abbiamo sulle tecnologie più avanzate nei confronti su USA e Cina.
Essere competitivi in questi nuovi ambiti spaziali ci permette di difenderci meglio da minacce esterne che vanno dagli attacchi informatici verso governi e aziende, all’utilizzo ancora poco chiaro dell’intelligenza artificiale, come ad esempio per ciò che riguarda il controllo e l’influenza sulla popolazione. In questo nuovo periodo di grandi conflitti di potere fra USA e altri stati come Cina, Russia, Corea del Nord, Iran e Turchia, i nostri diritti occidentali e le nostre libertà devono essere salvaguardate anche in futuro.
Avevate mai pensato a come anche le nuove tecnologie sono ambiti strategici importanti per le nostre libertà, per i nostri diritti e le nostre vite?
Davvero interessante