31 – Andrew Marshall detto Yoda

A proposito della strategia americana dal dopo guerra a oggi, sicuramente la figura più avvolta dal mistero è Andrew Marshall.

Nel 1973 il Presidente Nixon decise di aprire un piccolo studio nel Pentagono chiamato Office of Net Assessment (Ona), pensato per identificare le minacce emergenti o future per gli Stati Uniti. Dietro questo ufficio sono nascosti ancora oggi tanti segreti, pochi dipartimenti e un solo nome, quello di Mashall, l’ex analista della Road Corporation, dove lavorò nel progetto “pensare l’impensabile” ripreso dal regista Kubrick nel suo Dottor Stranamore, ed ex consigliere della National Security Council. Alla sua porta hanno bussato i Presidenti americani dal 1973 fino al 2015, quando all’età di 93 anni andò in pensione: per primo Nixon, poi Carter, Reagan, i due presidenti Bush, Bill Clinton e alla fine Barack Obama.

Uomo ombra del Pentagono, ha passato 40 anni della sua vita a immaginare dottrine di difesa, diventando col tempo una figura leggendaria: persona molto silenziosa e schiva, in ambito militare si diceva che non avesse bisogno di urlare per essere ascoltato, e che riusciva a trovare fondi per qualsiasi missione. Visionario e molto influente, dirigeva una vera fattoria delle idee che spendeva 10 milioni di dollari l’anno in progetti che guardavano a 20 o 30 anni avanti nel futuro: aveva previsto l’introduzione militare dei droni solo per fare un esempio.

Neanche a dirlo che l’obiettivo era il mantenimento della leadership mondiale degli USA, e non a caso l’ufficio di Marshall era al terzo piano del cerchio A, presso l’incrocio dei corridoi 9 e 10 del Pentagono, esattamente 3 minuti a piedi dall’Ufficio del Segretario della Difesa a cui riportava direttamente. Sulla porta blindata nessuna insegna, solo la sigla 3A932 e il bottone per entrare: ci lavoravano al massimo 17 persone, molti giovani che lo chiamavano The Boss. Non usava il computer, anzi lui fieramente affermava che non era mai entrato in rete.

Soprannominato Yoda come il personaggio di Guerre Stellari, era a tutti gli effetti il think-tank segreto del Pentagono: una fuga di notizie ci ha permesso di conoscere alcuni report che forniva periodicamente al Segretario alla Difesa, come “Asimmetriche strategie della Russia e della Cina per il dominio dello spazio”, o “Futuro della guerra sottomarina”, oppure “La grande guerra in Siberia del 2030”.

Ma cosa faceva nel suo studio, che si può tradurre maldestramente in “valutazione netta”? Estraeva l’utile netto (la valutazione) dall’incasso lordo (i dati), dove la nettezza o purezza sta nell’indipendenza dalla burocrazia e dal potere militare o politico. Bisognava perciò “pensare totalmente fuori dalla scatola del Pentagono” a profitto unico del Segretario della Difesa, e non accettava raccomandazioni sui temi “perché corrompono l’analisi”. Il compito dell’analista è diagnosticare problemi, non fornire soluzioni, e a chi gli chiedeva se stavano facendo geopolitica rispondeva asciutto “taci e lavora”.

Il suo campo d’indagine era, come venne definito, “ciò che non sappiamo di non sapere”. La sua attività si basava su alcuni principi morali prima che professionali che il valutatore netto doveva avere.

Primo e più importante: il net assesstment è relazionale e non autoreferenziale. Bisogna cioè sforzarsi di pensare con la testa dell’altro e di sentire con il suo cuore. Concentrarsi sul mondo e accettarne l’elemento irrazionale. Invece di produrre modelli matematici complessi, la valutazione netta modella semplice e pensa complesso.

Secondo: si guarda lontano, i semi della materia sotto analisi vengono rintracciati nel flusso storico, da 20 anni indietro a 10 anni nel futuro.

Terzo: il prodotto finale non è mai definitivo, deve ridurre e interpretare la quantità di dati di partenza.

Dopo 9 anni da quando Yoda si è dimesso, l’ufficio c’è ancora ma il cambiamento si avverte: e questa è un’altra storia.

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