Oltre al Mediterraneo allargato di cui abbiamo già parlato, e al Mar Glaciale Artico che sta facendo sempre più gola alle tre potenze mondiali (e non solo), sicuramente l’Indo Pacifico è una vastissima area che da secoli è solcata dalle rotte più importanti della Terra. Ma cos’è esattamente?
Innanzi tutto va detto che come sempre non è di per sé un’area geografica o economica, ma soprattutto un’area politica. Questo concetto è stato formulato per primo dall’ex premier giapponese Shinzo Abe, che già durante il primo mandato del 2006-7 si muove di concerto con gli Stati Uniti per confrontare l’accresciuta proiezione politica, economica e commerciale della Cina. Nasce quindi come zona geopolitica che si carica di significati in funzione delle aspettative e degli interessi del Paese che in quel momento utilizza questa espressione.
Per gli USA va dalle loro Hawaii e dall’Isola di Pasqua fino all’India, confinando a nord con lo Stretto di Bering e a sud con l’Antartide, ma non include le coste americane (mentre la Cina le ingloba). Invece per il Giappone arriva fino a comprendere le coste orientali dell’Africa e a collimare con la zona del Mediterraneo allargato. A livello istituzionale il concetto di Indo Pacifico inizialmente riconosce la volontà del Giappone di allargare le maglie dei trattati commerciali multilaterali e degli organismi regionali, includendovi India, Australia e Nuova Zelanda. In seguito ha incluso anche il Regno Unito con la creazione di organizzazioni come il Quad e il sistema Auxus.
Il Quad è un dialogo e una cooperazione strategica informale tra Australia, Giappone, India e Stati Uniti fondata nel 2017 che non ha implicazioni militari (per ora). Auxus invece sta per Australia, UK (Regno Unito) e US (Stati Uniti), ed è un vero e proprio patto di sicurezza trilaterale annunciato il 15 settembre 2021: è un’alleanza militare con scopo di difesa (per ora) che comprende la guerra informatica e l’intelligenza artificiale. Questo accordo si concentra sulla capacità militare, separandola dall’alleanza di condivisione dell’intelligence dei Five Eyes, che include anche la Nuova Zelanda e il Canada, e che permette di sorvegliare continuamente le informazioni e i segnali di intelligence: un’organizzazione sovranazionale che non risponde alle leggi conosciute dei paesi d’appartenenza.
Tutto questo per controbilanciare l’accresciuta potenza della Repubblica Popolare Cinese e delle loro Belt and Road Initiative, o vie della seta marittime e terrestri: un vero progetto di proiezione geopolitica ed estensione commerciale. Vedete bene che quindi l’Indo Pacifico è davvero il “terreno” di contesa fra USA e i suoi alleati (tra cui ci siamo noi italiani) e la Cina con tutte le sue aree d’influenza economica e militare (vedi mappa sopra di Laura Canali di Limes). USA e Cina in questo spazio sono i veri “signori degli oceani”, e oggi sono rappresentate da Donald Trump e da Xi Jinping.
Trump è meglio conosciuto, invece vi suggerisco di leggere il libro di Giorgio Cuscito “Xi Jinping, come la Cina sogna di tornare impero” del 2023, per conoscere meglio la Cina e il suo Presidente.
I mari contesi sono ovviamente quelli più vicini alla Cina e cioè tutte le isole che si affacciano nel Mar Cinese Orientale e nel Mar Cinese Meridionale. L’isola più contesa è sicuramente Taiwan o Repubblica di Cina che separa i due mari cinesi. Qui è in gioco la partita più importante, perché se la Cina riuscirà a inglobare Taiwan per convincimento o con la forza, uscirà dalla sua area di proiezione marittima ancora fortemente delimitata dagli USA, ed estenderà il suo dominio nell’Indo Pacifico. Se ciò avvenisse molte isole e paesi si allineerebbero con il nuovo egemone: sapendo questo gli USA sono sempre più presenti nell’area e disposti al conflitto. Ma vedremo cosa succederà con la nuova impostazione di Trump.
Quanto conosci degli oceani Indiano e Pacifico e di tutte le terre, arcipelaghi e isole che vi appartengono?