43 – La Nato e l’Occidente

A proposito della transizione egemonica dobbiamo specificare cosa sono stati la Nato e l’Occidente e cosa sono oggi.

Per farlo illustrerò ciò che hanno scritto due analisti geopolitici sul numero 3/2025 della rivista Limes dal titolo “America contro Europa”.

Il primo è di George Friedman, americano di origine ungherese ex giovane collaboratore di Andrew Marshall e oggi fondatore e presidente di Geopolitical Futures, che viene intervistato da Limes a proposito del ruolo della Nato, che secondo lui “non è altro che un mito”.

L’autore sostiene che la Nato fu fondata “per dispiegare in Europa truppe americane affinché la Russia fosse dissuasa a usare la Bomba in caso di guerra”. Quindi “siamo rimasti in Europa perché volevamo evitare la terza guerra mondiale. E ci siamo riusciti. Ma oggi le cose sono cambiate. La Nato non ha più alcun significato, ammesso e non concesso che ne abbia mai avuto uno”. Non era un dovere morale quello degli USA nei confronti dell’Europa, ma c’erano obiettivi geopolitici tutti raggiunti: prima la Germania e il Giappone, e oggi anche la Russia non è più una potenza ostile, perché come dimostra la guerra in Ucraina, non è in grado di conquistare l’Europa e quindi potrebbe esserci anche qualche forma di accordo con Mosca. Il problema per cui era stata fondata la Nato è da considerarsi risolto, e l’America non può più essere il guardiano d’Europa: gli americani lo sono stati solo perché non si fidavano della capacità difensiva europea e della nostra tendenza a vivere rivangando sempre vecchi rancori.

Alla fine riflettendo sulla struttura profonda dell’America afferma: “il punto è che gli Stati Uniti sono un paese inventato, dunque siamo capaci di reinventarci costantemente”. A differenza dell’Europa, gli USA sanno guardare avanti e cambiare obiettivi: quindi in futuro “anche i cinesi sono e saranno i benvenuti”.

L’altro articolo è di Giuseppe De Ruvo, analista di Limes specializzato in filosofia e nuove tecnologie, che approfondisce il concetto di Occidente nei secoli e cosa è oggi il rapporto fra USA e Europa.

Per l’autore europei e americani nascono in modo diverso e vedono la realtà in modo diverso. Gli europei sono legati alla loro storia e alla pace di Vestfalia del 1648, quando finisce ogni ambizione di onnipotenza e di egemonia dovuto alla costatazione di uno spazio limitato e sempre conteso da ogni Stato. Gli americani, cioè gli europei che sbarcano in America fra il 1630 e il 1648, si trovano invece davanti a uno spazio vuoto, aperto e vergine, a una frontiera sempre di conquista, in cui i limiti avanzano sempre più. Qui a differenza che in Europa, “il vero pazzo non è chi pensa di poter esercitare un potere universale, ma chi crede di non poterlo fare”.

Ecco quindi che gli europei occidentali sono sempre legati ciascuno al proprio senso di sconfitta: gli americani invece non si curano mai veramente della sconfitta e vanno avanti. Trump e il suo governo si rifà a questa forma mentis delle origini e la portano fino alle estreme conseguenze. Non a caso il concetto geopolitico-culturale di Occidente cioè dell’impero americano, nasce e muore con la guerra fredda. Dietro le belle parole di libertà e democrazia c’è un piano strategico ben preciso: tenere “gli americani dentro (l’Europa), i russi fuori, i tedeschi sotto”, e quindi il progetto geopolitico è proprio spartirsi l’Europa con i russi creando l’Antieuropa.

Per questo Trump dice che l’Europa intesa soprattutto come euro è nata contro l’America. Non sappiamo se verrà mai politicamente e militarmente unificata, ma ormai non è più una loro questione. La stessa nascita dell’Europa atlantica nel 1945 aveva prodotto una certa idea di America europea, pienamente occidentale; ma l’avvento dell’America globale già nel 1991 sancisce la fine dell’America europea, in cui il fine che di volta in volta sceglie è più importante dei mezzi, come dimostra Trump. In definitiva l’Occidente è il tramonto.

Cosa ne pensate di questi due punti di vista?

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