17 – I pericoli del cyberspazio

Abbiamo già detto che oltre a terra, mare e cielo, nuovi ambiti si stanno facendo strada sempre più prepotentemente come spazi dove gli Stati esercitano la loro potenza. Il cyberspazio è sicuramente il principale e quello che percepiamo di più nelle nostre vite.

Vi sarà capitato spesso negli ultimi anni di attacchi informatici verso siti internet di vostra conoscenza: si tratta di entità di vario genere che di solito per motivi di riscatto economico disturbano l’utilizzo di siti di aziende commerciali e quindi bloccano la loro attività economica.

Gli attacchi hacker si rivolgono non a caso soprattutto nei confronti di banche, istituti di credito e assicurativi, o grandi aziende quotate in borsa. Ma avviene anche contro account mail, social media, o aziende di settori più svariati: sappiamo benissimo quanto è difficile e noioso per noi utenti recuperare i nostri dati, profili o informazioni perse, e quanto può essere costoso per le aziende.

Tuttavia negli ultimi anni, soprattutto dal 24 febbraio 2022 cioè dalla guerra in Ucraina, gli attacchi informatici riguardano sempre più spesso anche siti governativi e istituzionali. In periodo di guerra la cyber sicurezza, cybersecurity, sta diventando sempre più un’attività preventiva da parte dei governi, delle istituzioni e delle industrie.

Esistono diversi modi per attaccare un paese: quello più insidioso di tutti è rappresentato dalla divulgazione volontaria di informazioni errate con lo scopo di influenzare e destabilizzare l’opinione pubblica su un determinato argomento.

In tempo di guerra i media sono a tutti gli effetti un’arma e come tali vengono utilizzati, e stanno diventando sempre più decisivi. Le false notizie nell’era di internet vengono amplificate fino a diventare un mito collettivo che non ha nulla a che vedere con la realtà. Le guerre si vincono grazie al consenso dell’opinione pubblica: ecco perché diffondere fake news diventa fondamentale.

Tuttavia non bisogna pensare che sono sempre “gli altri” o “il nemico” a diffondere queste bugie: negli USA ad esempio i più critici anti americani sono gli americani stessi, che diffondono su internet una falsa America. Il caso più noto è la sequenza di immagini create con l’intelligenza artificiale del falso arresto di Trump: questo fenomeno è chiamato deep fake.

Quando un universo culturale si identifica con una bugia crea la nascita della stessa bugia. Esistono però degli antidoti a questa piaga di internet e della società attuale: prima di tutto bisogna informarsi sui siti ufficiali, e poi per comprendere una notizia ci vuole il tempo per documentarsi. Il fattore tempo è proprio ciò che contraddistingue una notizia vera da una falsa: le fake news infatti si caratterizzano dall’immediatezza e dalla diffusione tramite utenti spesso non consapevoli di ciò che stanno divulgando.

Russi e cinesi, vicini agli europei nella fase della diffusione del Covid19, dalla guerra in Ucraina cavalcano le ostilità nei confronti dell’America e dei paesi occidentali proprio con le false verità.

La qualità del giornalismo diventa sempre più un elemento fondamentale per contrastare la disinformazione. L’importanza nelle redazioni di prendersi tempo per studiare la notizia, assumere persone con competenze differenti per le diverse esigenze, e trattare la realtà digitale come la realtà fisica, sono sicuramente le strategie che meglio possono assumere i media per contrapporsi alle fake news.

Lo stesso utilizzo dell’intelligenza artificiale, se è governata in modo etico, si può trasformare in un formidabile assistente: può infatti trasferire il nostro stato di diritto nella realtà digitale, e diffonderlo.

Vi è mai capitato di avere subito un attacco informatico e non poter più accedere alla vostra mail, o account social o conto corrente?

Un commento su “17 – I pericoli del cyberspazio

  1. L’intelligenza artificiale può essere un’arma a doppio taglio: può essere d’aiuto o può creare danni, come per esempio la sostituzione dell’uomo in alcune mansioni lavorative, con successiva perdita di posti di lavoro.

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