Oltre ai fondali marini che sono ancora oggi la zona del mondo meno conosciuta (andiamo più spesso nello Spazio che in fondo al mare), sicuramente i territori coperti dai ghiacci sono considerati i più ostili per l’uomo. Le condizioni climatiche hanno sempre frenato la conquista dei poli nord e sud, ma i russi sono la popolazione che è più abituata a climi impossibili rispetto a qualsiasi altra popolazione al mondo.
Gli effetti del riscaldamento globale sono più visibili che mai nell’Artide. I ghiacci infatti si stanno sciogliendo facilitando l’accesso alla regione, in coincidenza con la scoperta di giacimenti di petrolio e gas naturale e con lo sviluppo della tecnologia che permetterà di estrarli. Tutto ciò ha interessato i paesi artici sui guadagni e le perdite per poter sfruttare meglio quei luoghi in cui c’è molto da rivendicare e molto su cui litigare. Il fatto che i ghiacci si stanno ritirando non è più in discussione: le foto satellitari scattate 20 anni fa dimostrano chiaramente l’entità del fenomeno. L’unica cosa dubbia è la causa: quasi tutti gli scienziati sono convinti che il responsabile sia l’uomo, al di là dei cicli climatici naturali, e che l’ulteriore sfruttamento delle risorse possa solo accelerare il processo.

La parola “artico” viene dal greco e significa “vicino all’orso”, che fa riferimento alla costellazione dell’Orsa Maggiore, le cui ultime due stelle indicano la stella polare. Suggestivo è che il simbolo della Russia sia proprio l’orso. Il Mar Glaciale Artico misura 14 milioni di chilometri quadrati, grande quasi come la Russia e una volta e mezza gli Stati Uniti. Include territori che fanno parte del Canada, della Finlandia, della Groenlandia, dell’Islanda, della Norvegia, della Russia, della Svezia e degli Stati Uniti con l’Alaska. L’intesa sulla sovranità di quelle acque sta diventando sempre più difficile.
Gli effetti dello scioglimento dei ghiacci non si sentiranno solo nelle regioni artiche. Come abbiamo già visto il ciclo dei venti Monsoni in India si sta già compromettendo, mentre paesi lontanissimi come le Maldive, il Bangladesh e l’Olanda rischiano gravi allagamenti perché il livello del mare si sta alzando. In futuro è prevedibile che queste terre non ci saranno più: ecco perché lo scioglimento dei ghiacciai è un problema globale e non solo regionale.
Secondo alcune previsioni entro fine secolo la regione artica sarà priva di ghiacci in estate e comunque al di là dei tempi una cosa è certa: questo processo è già iniziato e paesi come la Russia stanno già agendo per sfruttarne tutte le possibilità.

La Russia è la prima potenza artica con la più grande flotta di rompighiacci al mondo: pochi anni fa ne aveva 32 totali di cui 6 a propulsione nucleare, ma negli ultimi anni continuano a costruirne altri sempre più avanzati. La distanza con gli USA è evidente: calcolate che solo nel 2015 il Presidente Obama ha per primo visitato l’Alaska, e da allora solo Trump in questa sua seconda elezione ha espresso forte interesse per quella zona affermando che “vuole prendersi” la Groenlandia. Possiamo dire che è appena stata inaugurata una vera e propria “corsa all’Artico”.

Il Mar Glaciale Artico non è interessante solo da un punto di vista di risorse, ma anche e forse soprattutto da un punto di vista geopolitico. È il tratto più corto per passare dall’Oceano Pacifico all’Atlantico, riducendo del 40% il tragitto e quindi le spese di carburante. Questo per paesi come la Cina è di fondamentale importanza se consideriamo che per trasportare le loro merci eviterebbero tutti gli stretti dell’Indo Pacifico, come quello di Malacca controllati dagli USA. Tutte le contese sulla sovranità nascono dagli stessi desideri e paure: il desiderio di proteggere le rotte militari e commerciali e di mettere le mani sulle ricchezze naturali di quella regione, e la paura che altri possano trarre profitto dalle proprie rinunce.
Quanto tempo ci è voluto per attraversare l’Artico?