Abbiamo detto cosa è la geopolitica, e quindi di cosa ci occuperemo in questo blog. Tuttavia ci sono ancora importanti questioni per circoscrivere meglio cosa è e cosa non è la geopolitica.
Forse è utile pensare adesso a cosa non è.
La geopolitica sicuramente non è accademia, anzi diciamo che è proprio il contrario. Come tutte le discipline umanistiche non è una scienza esatta: non è assoluta come la matematica. Infatti la geopolitica non pretende di determinare un fatto che accade nella verità di quel fatto.
Per capire questo concetto ci basta vedere le mappe che i diversi stati, o i veri e propri imperi, disegnano e pubblicano. Ebbene, lo stesso spazio viene disegnato e quindi pensato a seconda del punto di vista di chi lo pubblica. E questo accade perché il concetto di tempo nei soggetti geopolitici è fondamentale: il tempo univoco semplicemente non esiste. Ci possono essere terre che appartengono oggi a una nazione diversa dalla mia, ma siccome in passato facevano parte dei miei territori, in virtù di questo fatto appunto, “li considero” della mia zona di influenza. Per questo la geopolitica è in mutamento, e nelle rappresentazioni cartografiche vuole spiegare la situazione attuale e i mutamenti che stanno determinando quel territorio.
La geopolitica poi non è politologia.
Se cerchiamo la definizione di politologia, sul dizionario Oxford leggiamo che “è lo studio dei sistemi politici nei loro meccanismi istituzionali”. La scienza politica era nata nell’800 con l’idea di progresso, e la politologia è nata poi negli USA come disciplina che studia le diverse modalità di organizzazione delle unità politiche, e le classifica studiandone l’evoluzione, scoprendone le regolarità (cioè le leggi empiriche) e le cause connesse (vedi definizione Treccani).
La politologia è dunque plasmata dal modo di stare al mondo degli americani, soprattutto post seconda guerra mondiale: tende ad essere universale.
La geopolitica invece studia proprio le diverse specificità dei popoli, senza pretendere di definirle univocamente e una volta per tutte.
Per questi due motivi descritti sopra, considero la geopolitica così affascinante e a suo modo divertente.
Abbiamo già detto che si può fare geopolitica solo nella modalità dialettica, quindi solo parlandone insieme, e mettendosi nei panni del nostro “nemico” per comprenderlo e possibilmente anticiparne le mosse: inoltre sappiamo che non si può definire un fatto in modo assoluto, perché una stessa questione muterà comunque nel tempo. Affascinante e divertente, appunto. Il lavoro di chi fa geopolitica mi ricorda molto il lavoro di un artista, che tenta di interpretare il mondo e che dialoga con chi lo guarda o lo ascolta: non pensate anche voi?
E’ vero,da un certo punto di vista,il lavoro di chi si occupa di geopolitica ricorda il lavoro di un artista
Altro mio pensiero
per conoscere la controparte dobbiamo “viverla” , non solo capirla ma comprenderla, farla nostra.
un carnivoro che comprende un vegano…
un cinofobo a cui viene in mente non solo il concetto di amore per i cani, ma quello che implica: tempo attenzioni, cure, accessori, toelettatura e così via